domenica 4 dicembre 2011

Albe gioielli

Giovedì, 23 Aprile 2009
cignoCigno è il nome comune di alcuni grandi, bianchi uccelli acquatici dal lungocollo flessuoso, facenti parte del genere Cygnusdella famiglia degli Anatidi.Presente con varie specie e sottospecie in tutto il mondo. Le rive dello specchio d'acqua devono essere in lieve pendio per consentire ai cigni d'entrare ed uscire agevolmente dall'acqua. Inoltre il terreno dev'essere dotato d'un prato verde dove i cigni possano "pascolare" allegramente.La tradizione poetica gli attribuisce un suono, che emetterebbe quando è nel periodo degli amori (il famoso canto del cigno), che però ben pochi possono vantarsi d'aver udito. Grigi alla nascita, diventano bianchi solo da adultiNon sporca, non arreca alcun fastidio, non emette suoni se non un lieve sibilo che s'ode appena (tanto che in passato si riteneva che fosse muto). Se nel laghetto vi sono pesci, non li molesta. Difficile è invece, la sua convivenza con i consimili (come le anatre) perché ha un carattere litigioso e dispotico.I cigni formano coppie che restano unite tutta la vita: nidificano tra i canneti, dove l femmina cova per circa un mese da 4 a 8 uova azzurrognole, mentre il maschio fa la guardia al nido. Alla nascita e fino al raggiungimento dell'età adulta i giovani cigni mantengono un piumaggio assai poco attraente (in genere d'un colore grigiastro simile a quello d'un uccello bianco passato attraverso un camino sporco di fuliggine) ma assai più mimetico - ed utile quindi alla sopravvivenza - di quello, bello ma vistoso, degli adulti.
I cigni sono uccelli essenzialmente erbivori, infatti, si nutrono in prevalenza di piante acquatiche e palustri che strappano dal fondo con il becco. Mentre la maggior parte degli uccelli acquatici deve tuffarsi sott'acqua alla ricerca del cibo, il cigno può tranquillamente esplorare la vegetazione sottostante fino ad un metro di profondità, grazie al suo lunghissimo collo. A volte "pascolano" sulla terraferma e lungo le rive cibandosi di erbe, radici e semi. In realtà la loro dieta non è strettamente vegetariana: infatti, insieme alle erbe ingurgitano anche un buon numero di piccoli animaletti acquatici ad esse associati (crostacei, larve d'insetti e lumachine). Sono poi dei grandi opportunisti, ghiotti di pane (soprattutto se inzuppato nel latte, pastoni per le anatre o destinati ad altri animali, farina d'orzo, riso cotto, biscotti, mais, patate cotte, frutti, crusca, verdure (soprattutto crude), ortaggi vari e perfino carne in minuscoli bocconi mescolati al pastone. In cattività spesso il cibo viene servito in un capiente contenitore di legno e plastica che può essere posato in terra oppure messo a galleggiare sull'acqua.
I cigni sono ospiti immancabili di zoo, parchi naturli, orti botanici e grani residenze dotate di vasti spazi e specchi d'acqua più o meno naturali. Se tenuti in parchi o giardini possono causare qualche piccolo danno alle piante ornamentali. Per un privato, tenere questo splendido palmipede non è impresa per tutti, se non altro perché bisogna disporre d'uno specchio d'acqua (laghetto, stagno o grande vasca), e quindi d'un terreno abbastanza vasto da contenerlo. Tutte le specie di cigni vengono allevate in cattività dall'uomo per uso culinario, per reintegrare le colonie in natura o semplicemente come ornamento di giardini anche dei privati. La profondità dello specchio d'acqua dovrebbe essere d'almeno un metro, perché tanto "pesca" il cigno quando muove le zampe per nuotare. Non bisogna però esagerare con l'alimentazione in cattività. Anticamente il cigno bianco, i cigni esotici nero e collo nero, quello selvatico ed il minore li si allevava per mangiarli: oggi, per fortuna, la loro bellezza li mette al riparo da questo rischio. Un parco destinato ad ospitarlo va comunque recintato, con una rete interrata d'almeno 20 cm, per evitare "evasioni". Le specie di questo maestoso uccello ornamentale sono diverse, variamente diffuse sia allo stato selvatico che provenienti d'allevamenti e poi introdotti in natura, soprattutto nei parchi attrezzati e nei giardini botanici. Infine bisogna prevedere l'esistenza d'uno o più ricoveri, in legno o muratura, alti un metro o più, dove i cigni possano rifugiarsi durante le intemperie e deporre e covare le uova. Il suo allevamento non è difficile, anche se c'è chi sostiene che il cigno non possa essere considerato un animale domestico. Ma l'uomo lo tiene in cattività da tempi immemorabili, con grande soddisfazione e senza recargli danno né limitare la sua libertà. Anche il suo nutrimento non è problematico: provvede da solo a trovare erbe, radici, semi ed animaletti acquatici.
La costellazione del cigno
Una costellazione è un gruppo di stelle visibili correlate da una particolare configurazione. Nello spazio tridimensionale, molte delle stelle che vediamo hanno poca relazione tra di loro, ma possono apparire come raggruppate su un piano immaginario del cielo notturno.
Il Cigno (in latino Cygnus) è una costellazionesettentrionale. È una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è anche una delle 88 moderne costellazioni. A causa della disposizione delle sue stelle principali, è a volte chiamato laCroce del Nord (in contrasto con la Croce del Sud).
La forma dell'uccello si estende sulla Via Lattea estiva, volando verso sud. Quella del Cigno è una costellazione brillante e di grandi dimensioni; si tratta di una delle figure più tipiche dell'emisfero boreale, disposta lungo laVia Lattea, in un suo punto molto ricco e in cui questa appare divisa in due da una serie dinebulose oscure note come Fenditura del Cigno. La sua forma, ben riconoscibile nei cieli da giugno a novembre, ricorda una grande croce,
La costellazione del Cigno prende spunto da vari personaggi della mitologia greca di nome Cicno, trasformati in cigno.
Una denominazione diffusa del Cigno è quella di Croce del Nord, e in effetti la sua forma è molto più larga e distinta di quella della famosa Croce del Sud. Nella sua foggia a croce i Greci vedevano il lungo collo, le ali spiegate e la coda mozza di un cigno che volava lungo la Via Lattea in cui è incastrato. I mitografi ci dicono che il cigno è una mimetizzazione di Zeus che si reca da una delle sue innumerevoli amanti, ma non sono d'accordo su chi sia la meta di quella particolare visita.
La versione del racconto che risale a Eratostenedice che Zeus un giorno s'invaghì della ninfaNemesi che abitava a Ramno, a nord est di Atene. Per sfuggire alle avance sgradite del dio assunse le forme di vari animali, dapprima tuffandosi in un fiume, poi scappando per terra, e infine volando via sottoforma di oca. Senza arrendersi, Zeus la inseguì nonostante tutte le trasformazioni, ogni volta trasformandosi in un animale più grande e più veloce, finché non si tramutò in cigno e con quelle fattezze l'acchiappò e la violentò. Iginoracconta una storia simile, ma non cita le metamorfosi di Nemesi. Dice, invece, che Zeus finse di essere un cigno che stava sfuggendo a un'aquila e che Nemesi gli offrì rifugio. Solo dopo essersi addormentata con il cigno in grembo si rese conto dell'errore compiuto.
In entrambe le versioni il risultato fu che Nemesi fece un uovo che fu poi donato alla Regina diSpartaLeda, alcuni dicono da Ermete e altri da un pastore che trovò l'uovo in un bosco.
Dall'uovo uscì la bella Elena (che doveva diventare poi famosa come Elena di Troia).
Una versione più semplice recita che Zeus, trasformato in cigno sedusse Leda sulle sponde del fiume Euroto; con in mente questa storia,Germanico Cesare si riferisce al cigno come a «l'adultero alato». Leda era la moglie del ReTindaro di Sparta, e questo fatto complicò ulteriormente le cose perché quella stessa notte la donna giacque anche con il marito.
Secondo una delle interpretazioni, Leda procreò un solo uovo da cui uscirono i gemelli Castore ePolluce e anche Elena. Il guscio di quest'uovo fu, nella leggenda, esposto in un tempio di Sparta, legato a nastri che pendevano dal tetto. Un racconto contrastante dice che Leda fece due uova, da uno vennero fuori Castore e Polluce e dall'altro Elena e sua sorella Clitennestra. Ad aumentare la confusione si deve aggiungere che Polluce ed Elena erano notoriamente figli di Zeus, mentre Castore e Clitennestra avevano per padre Tindaro. Castore e Polluce sono commemorati nella costellazione dei Gemelli.
L'atto simbolo del cigno è quello di ricevere e accettare la grazia portata dal cambiamento. Sottomettendosi al piano divino del Grande Spirito e non opponendosi in nulla alla sua volontà, consente al suo aspetto giovanile, quello del brutto anatroccolo , di trasformarsi in un elegante e maestoso cigno. Accettata questa grazia, può portarsi con lo sguardo nello spazio oltre il mondo delle apparenze, nel cosiddetto tempo del sogno. Uomini in possesso della forza del cigno hanno la capacità di prevedere il futuro, poiché perfettamente in grado di accettare senza riserve il disegno della volontà divina. Il cigno ci insegna a portare la nostra coscienza in armonia con tutti i livelli dell'essere e a sviluppare con cura la nostra intuizione: ciò ci aiuta a pervenire alla capacità di vedere nel futuroE' il simbolo del candore e della grazia. Per i Cristiani simbolo della purezza e dello stesso Cristo

I cigni sono in stretta relazione con gli dèi luminosi d'Irlanda, i Tuatha Dé Danann, e sono il simbolo di saggezza, amore sincero, fedeltà per la/il propria/o compagna/o, innocenza, purezza, forza e coraggio. Il cigno dona la capacità di interpretare i sogni e rappresenta l'evoluzione spirituale. E' legato all'acqua (dove nuota), all'aria (dove vola) ed alla terra (dove si posa), ma rappresenta soprattutto il fuoco del sole da cui trae il suo potere per padroneggiare gli altri tre elementi. Rappresenta la comunicazione fra gli elementi, fra i diversi mondi e come animale sacro alla Dea è considerato un simbolo del sole e un messaggero degli dèi, benefico e sacro possessore di poteri magici legati alla musica e al canto, uniti ai poteri terapeutici del sole e dell'acqua: il cigno rappresenta anche la luce interiore dello spirito umano, la scintilla divina nell'uomo. Il suo volo è paragonato al ritorno dello spirito verso la propria sorgente e rappresenta la parte dell'uomo che tende al bene, al meglio di sé, alla perfezione, alla spiritualità. Nel medioevo era l'emblema della cavalleria mistica e rappresentava il cavaliere che partiva alla rierca del Graal, la Sacra Coppa.Il cigno
Il potere del cigno sta nell'accettare i doni della fortuna. Come il cigno si sottomette ai piani del Grande Spirito, evolvendosi dal brutto anatroccolo nel bello e aggraziato cigno.
Le persone con il potere del cigno possono vedere nel futuro, perchè sono in grado di materializzare i piani del divino del trascendente. Il cigno insegna a prendere coscienza dell'equilibrio che esiste tra tutti gli stati della vita e a svilippare l'intuizione.
Il cigno simbolizza la grazia gli stati di coscienza alterata l'intuizione la trasformazione la transizione l'evoluzione spirituale, il presagio, il sospetto la divinazione, la dignità, la monogamia la lealtà e il silenzio "


In araldica il cigno simboleggia la vecchiaia gloriosa e rispettatafelice navigazione e, soprattutto, buon augurio.cigno
Questo ciondolo è realizzato in argento e vi sono delle pietre nella posizione delle principali stelle che ne individuano la costellazione.
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Giovedì, 23 Aprile 2009
germano-reale.jpg
L'anatra è un animale piuttosto comune nella letteratura e nell'arte, spesso antropomorfizato.
Circa 55 milioni d'anni fa, fecero la loro comparsa sulla terra.
Volatile d'antichissima origine (pare esistesse già nel Cenozoico), l'anatra, anas o anser in latino, caratterizzata dal piumaggio variopinto, era considerata da Egizi, Celti, Sanscriti e Greci un animale di tutto rispetto, tanto da essere assurto ad uccello sacro, simbolo della creazione del mondo. Le anatre "moderne" appartengono alla famiglia degli Anatidi, che annovera oltre sessanta generi e quasi centosettanta specie.
Anatra (anche anitra) è il nome comune di parecchi uccelli acquatici, generalmentemigratori, della famiglia degli Anatidi e in particolar modo del genere Anas.
Vivono comunemente negli  stagni e nei laghi nutrendosi di cibo situato sotto la superficie dell'acqua. Gran parte di esse, specie quelle principalmente acquatiche, non hanno un buon coordinamento dei movimenti sulla terraferma; quelle più piccole, invece, sono solitamente coordinate in entrambi gli ambienti.
L'anatra possiede qualità "atletiche" non indifferenti: ha infatti una grande capacità nuotatoria anche nelle acque più fredde e nelle condizioni climatiche più disagiate, grazie all'impermeabilità del piumaggio ed alla sua notevole abilità e resistenza in volo
L'anatra domestica è una specie selezionata, probabilmente derivata dal germano reale e altre specie anche americane. Con anatra selvaticasolitamente si intende il germano reale.
 Sono sociali, volano in grandi gruppi d'inverno, in cattività vivono tranquillamente assieme ad altre specie di anatre.
La femmina prende l'iniziativa nella scelta del compagno esibendo un comportamento attraente, le coppie hanno dei legami molto forti fra loro ed una volta formatesi, l'anno successivo si ricostituiranno piuttosto che cambiare; per questo motivo tradizionalmente in Cina, in giappone ed in Corea l'anatra mandarina è un simbolo di affetto coniugale e fedeltà in quanto maschio e femmina si accompagnano sempre, l'anatra rappresenta fedeltà coniugale.
Per gli antichi egizi essa era portatrice di vita e fertilità sulla terra.

Animale migratorio, è la personificazione del viaggio iniziatico. Per la migrazione che compie ogni anno simboleggia la difficile ricerca spirituale e il ciclo delle rinascite. Negli antichi egizi è associata alla dea Iside. Nell’ebraismo è il simbolo dell’immortalità.

anello ocaoca ciondolo
Oggetti realizzati in argento con uno studio della forma stilizzata dell'anatra, e con una magistrale incastonatura dettata da mani esperte.
 anello ocaoca ciondolo
postato da: ALBEGIOIELLI alle ore 03:02 | Permalink commenti (1)
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Mercoledì, 01 Aprile 2009

Un lungo ininterrotto racconto accompagna fin dall'origine la vicenda di Napoli, una delle più antiche città dell'Occidente.
Partenope, la sirena fondatrice, è la sorgente di questa narrazione: il canto, il femminile, la bellezza.
L'eco remota del mito di fondazione non ha mai abbandonato l'immaginario della città.

Lo spirito della sirena continua a risuonare nella storia di Napoli fino ai nostri giorni. Reincarnandosi in figure nuove.
Come Patrizia, la santa venuta dal mare, emblema femminile della capitale barocca.
Elisabetta Moro ha conseguito a Dottorato di ricerca in Etnoantropologia all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza".
Attualmente lavora presso la Cattedra di Antropologia Culturale dell'Università degli Studi "Suor Orsola Benincasa" di Napoli.
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Sabato, 28 Febbraio 2009


Avete visto questo film? Cosa ne pensate? Certo, direte romanzato, vi dirò che però tutto sommato rispecchia moltissimo quella che è una realtà comune a molti di noi, più o meno fortunati. Chi non è entrato ed uscito con la velocità di un fulmine da una realtà come questa... perchè ci si entra? e perchè ci si ritorna? La necessità di una realtà quotidiana per molti, dagli studenti che tentano di mantenersi agli studi, alle mamme, alle casalinghe che cercano dopo anni di reintegrasi nel mondo del lavoro.
Ma il lavoro part time, che "tutela" il lavoratore, è questa realtà che io trovo non rispecchi minimamente la nostra mentalità... L'imprenditore è totalmente tutelato:  fa leva su un ambiente giovane, che deve costruire uno stipendio, anche in base alla meritocrazia. In realtà trovo che il lavoratore subisca solo delle notevoli pressioni psicologiche, mascherate dalla scusa di voler incentivare il suo  stipendio (...e non il loro) e la sua professionalità; in realtà il lavoratore va degradando nella sua prestazione. Ti illudono con false amicizie, con gare, cercando di colpire il tuo ego come se tu fossi un bambino: bravo..., continua così...,questo mese il nostro gruppo ha vinto la gara ed avete vinto il bonus! Una caramella data ai bambini per alleviare quello che è lo stress che loro stessi da buoni marines provocano al lavoratore, spremuto come un limone che, per quanto sia tutelato, viene gettato nella pattumiera. Appena mostra un minino di cedimento, viene maltrattato,  mandato a "FANCULO, tanto è uno stronzo" o,nei migliori dei casi, perchè non è un lavoro che fa per lui o perchè è improduttivo (però i frutti fino a quel momento, i suoi frutti sono finiti nelle loro tasche). E se non dovessero riuscire a eliminare il limone spremuto, allora inizia il mobbing: richiami mai segnati, appunti o contatti che spariscono, in un modo o nell'altro "tu sei carne da macello".
Tutto ciò perchè, infondo, tu hai tutta "UNA VITA DAVANTI".

postato da: ALBEGIOIELLI alle ore 15:41 | Permalink commenti (2)
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Sabato, 31 Gennaio 2009
Sono come l'aria che c'è ma non la si percepisce,
       Non sono l'ossigeno per nessuno.
      Chi vuoi che pensi all'aria?..
e se qualcuno ci pensa ella sfugge.
      L'aria non emerge... c'è.
            Presunzione?
          l'aria non pensa
 convive timidamente in una realtà.  
          Sono nessuno,
rimango nessuno, rimarrò nessuno.
La Sirena, Parthenope, conosce la mia condizione
           ella vive, ed è onnipresente,
            la si incontra in ogni dove,
              ma nessuno la vede.
E quando la si vuol notare si pensa che sia
        troppo presente e ci si stanca.
                   Che tristezza.
postato da: ALBEGIOIELLI alle ore 20:59 | Permalink commenti (3)
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Sabato, 31 Gennaio 2009
Un grazie enorme a chi viaggia anche per me, e che mi permette di aprire la mia mente ed ampliare la mie conoscenze, con l'aiuto della ricerca anche sui libri... che grande cosa! 
L'Atollo Vaavu è un atollo delle Maldive. È il più piccolo atollo amministrativo in termini di popolazione.
Questo è anche denominato atollo Felidhu.

atollo
Atollo Vaavu

dhiggiridihigiriUn atollo è un'isola composta da una particolare formazione di terra emersa e lagune, presente negli oceani Pacifico e Indiano e compresa tra le latitudini tropicali. Il suo nome deriva da un'espressione dialettale delle popolazioni autoctone delle Isole Maldive"Atolu".
Gli atolli si formano quando un'isola vulcanica ha eruzioni di tipo esplosivo particolarmente violente: il cono viene distrutto ed è possibile che rimangano sopra la superficie marina parte delle pareti del vulcano mentre lo spazio interno viene invaso dall'acqua, formando così una laguna. Intorno all'isola nel frattempo, si è formata nel corso dei millenni una barriera corallina, che, in continua crescita, affiora ed emerge dalla superficie marina, formando bassi fondali al suo interno e nelle sue immediate vicinanze a causa dell'erosione continua che onde e vento praticano ininterrottamente sulla formazione corallina più superficiale. Da qui la particolare colorazione bianco-rosata della sabbia. La Polinesia francese è formata solo da atolli che si differenziano da quelli più famosi nell'immaginario collettivo, quelli delle Maldive, poiché presentano alture e colline (i coni vulcanici ricoperti di foreste riemersi in seguito a successive eruzioni). Gli atolli delle Maldive infatti sono formati solo dall'accumulo di sabbia e non sono più alti di 12-15 metri sul livello del mare.
Il primo a formulare ipotesi riguardo al processo di formazione degli atolli fu Charles Darwin.

File:Coral atoll formation animation.gif

È la natura vulcanica dell'isola a creare, millenni fa, le condizioni particolari per la nascita delle barriere coralline. Infatti le acque sulfuree sono alla base dell'alimentazione batterica e vegetale, quindi dei piccoli infusori e microrganismi, quindi dei coralli. Con il passare dei millenni i coralli hanno formato vere e proprie cattedrali, ma di dimensioni chilometriche. Questa abbondanza di protezioni e di cibo (ricordiamo che intorno agli atolli la profondità marina può superare abbondantemente qualche chilometro) ha attirato numerosissime varietà di pesci, molluschi, crostacei (uccelli ed insetti in superficie nelle isole), tanto da poter dire che la barriera corallina è l'ambiente dove c'è maggiore biodiversità su tutta la Terra.
Grazie anche a Wikipedia!
postato da: ALBEGIOIELLI alle ore 18:35 | Permalink commenti 
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Lunedì, 22 Dicembre 2008

postato da: ALBEGIOIELLI alle ore 21:41 | Permalink commenti 
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Venerdì, 19 Dicembre 2008

Baciata dalla Sirena


Alla costante ricerca del bello, sul sentiero delle Arti e dei Mestieri di tradizione napoletana, come un timido giglio intriso di rugiada è sbocciata d'incanto davanti l'occhio della nostra telecamera Giusy Malandruccolo, un'artista di spessore: forte come la quercia, delicata come un fiore. La sua grandezza risiede nella sua umiltà e nelle sue mani che trasformano nella consistenza di un monile i simboli dei ricordi ancestrali di ognuno. Basta osservare le sue incantate e quasi magiche realizzazioni, per poterla definire un'alchimista scultrice. Una fata ella stessa. Un'ancella di Partenope.
 Per contatti: Giusy Malandruccolo è su http://albegioielli.splinder.com 

 
Inviato da: vocedimegaride
 
 
La "persona" Giusy Malandruccolo è di tale riservatezza ed umiltà benchè artista a tutto tondo che averla incontrata in questo putiferio di protervia fatta di arroganza ed individualismo, è stato come attingere ad una sana boccata d'ossigeno! Ecco, perchè abbiamo fatto quanto possibile per darle visibilità. Perchè MERITA! megaride
postato da: ALBEGIOIELLI alle ore 04:46 | Permalink commenti (7)
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Venerdì, 07 Novembre 2008
sir
                   
                 "Non sempre nuoce",
in tre parole è risolvibile la soluzione che racchiude la realizzazione della mia Sirena, del mio sentimento per quello che mi sta dando Napoli... e mi fa piacere averla conosciuta...
postato da: ALBEGIOIELLI alle ore 21:27 | Permalink commenti (5)
categoria:commentigioiellicuriosità
Domenica, 26 Ottobre 2008

... Ai posteri l'ardua sentenza...
postato da: ALBEGIOIELLI alle ore 19:02 | Permalink commenti (6)
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