sabato 2 novembre 2013

La perdita dei valori.

Duecento anni di distruzione sociale ed economica dei paesi all'insegna della rivoluzione industriale dovrebbero insegnare innanzitutto che quella ciò viene chiamata evoluzione economica ci ha condotto in una situazione di difficoltà non solo economica ma anche sociale.
La rivoluzione del lavoro ci ha condotti anziché all'abbassamento dei prezzi di un oggetto ad una svalutazione della mano d'opera fino ad una forma di schiavitù legalizzata, togliendo organizzazione economica e sociale dettata anche da morale ed etica.
Gli artigiani, i braccianti, gli artisti si trasformano in operai annullando la propria capacità creativa per pochi eletti, i benestanti, che senza remora sfruttano fino alla schiavitù, imponendo degli status symbol che costosissimi diventano delle esigenze per persone frustrate che sentono la necessità di acquistare e regalando un oblo hai loro carnefici si sentono appagati.
I benestanti sempre più potenti per ricambiare un simile riconoscimento e sudditanza abbassano i prezzi di produzione e regalano materiali scadenti allo stesso ad un prezzo maggiorato giustificando il tutto dal valore simbolico di una firma.
Concludendo la scelta anche dell'acquirente non è consapevole e preferisce avere ad esempio un oggetto che si può identificare minimalista e anonimo anziché un'opera unica nel suo genere, un'interpretazione del singolo, che abbia una firma nel suo stile e nel suo valore.